Certi uomini non maturano mai. Marciscono.

© Klemens White

E’ una fase della vita. Arriva un momento, differente per ogni individuo, in cui acquisisci maturità.

C’è chi, per educazione o per esigenze di vita, matura in fretta. Sono persone che hanno dovuto abbandonare troppo presto la dolce culla dell’incoscienza e assumere responsabilità probabilmente troppo grandi per la loro età.

E poi ci sono loro. I perenni Peter Pan. Persone completamente adagiate sugli allori dell’egoismo e dell’amor proprio. Persone che probabilmente non vedono al di là del proprio naso e che agiscono e pensano solo e soltanto in nome del proprio Ego.

Esistere significa cambiare, cambiare significa maturare, maturare significa continuare a creare se stessi incessantemente. (Henri Louis Bergson)

E’ una fase della vita. La più grande sfida. Maturare significa accettare il cambiamento inevitabile e il corretto fluire delle fasi della vita. Nasci, cresci e per breve tempo ti concentri su te stesso e sulle tue sole necessità (fase necessaria per poter capire chi siamo e che cosa vogliamo) ma il tempo passa e ti accorgi che badare solo a te stesso equivale a non vivere completamente. Rimani bloccato in quella fase egoistica che è impressa nella tua mente e ti impedisci di andare avanti.

Ad un certo punto senti che qualcosa ti manca, perché una persona è un essere sociale e non è naturalmente fatta per vivere in solitudine. Vivere con qualcuno significa però assumersi delle responsabilità. Responsabilità che i moderni Peter Pan rifuggono quasi si trattasse di peste. Qualsiasi legame, anche il più puro e naturale come l’amore, appare loro come una prigione.

Non sanno amare in maniera disinteressata. Ogni rapporto coltivato di tanto in tanto nella loro vita sussiste semplicemente per mero tornaconto personale.
Il problema per chi si avvicina a questo tipo di persone è che si pensa che dando loro tanto amore sarà possibile risvegliare quella parte di loro che in realtà ancora non c’è. La maturità è in questo caso una scelta, una scelta fortemente matura e questi Peter Pan spesso scelgono di non crescere.

La maturità inizia a manifestarsi quando sentiamo che è più grande la nostra preoccupazione per gli altri che non per noi stessi. (Albert Einstein)
Anche il processo di invecchiamento appare un forte impedimento per il raggiungimento della maturità. C’è il rifiuto a voler affrontare i capelli grigi, il doppio mento, la perdita di tonicità.

Un Peter Pan che comincia a vedersi fisicamente ‘vulnerabile’ è un Peter Pan insofferente. Quelle rughe, quei capelli bianchi non sono spunti su cui riflettere e magari acquisire consapevolezza che si è diventati grandi; sono piuttosto l’ennesimo disagio personale che puntualmente scaricherà sulla persona che amorevolmente gli è accanto.

Non cercate di cambiarlo. Non spingetelo ad assumersi delle responsabilità. Riuscirete solo a inasprirlo ulteriormente. Ogni Peter Pan merita di ritrovarsi da solo, con se stesso, con i propri errori. E magari potrebbe scegliere di crescere.