
Che meravigliosa età l’adolescenza. Fatta di occhi sgranati e di grandi scoperte. Esperienze e avventure che conduci completamente da sola. La scoperta di sé, della propria interiorità e del proprio corpo. Grandi primi amori, grandi apparentemente incorruttibili amicizie. Ti sembra tutto possibile durante questa fase della vita. Tocchi il cielo con un dito, assapori ogni cosa come se fosse la prima volta e vivi ogni emozione con l’ingenuità e l’immaturità che rende tutto straordinario ma spaventoso. E’ una fase che inevitabilmente ti segna e che con occhio un po’ giudice e un po’ malinconico ricorderai per sempre.
Che splendida età l’adolescenza. Splendida se a viverla fosse qualcun altro. E’ un periodo di sfide e di errori. Errori che fanno piangere ed errori che fanno ancora male. E’ l’età della scoperta e della conoscenza di sé. Cammini alla cieca senza basi caratteriali solide a farti da sostegno. Splendida l’adolescenza… ma quanto hai sofferto per arrivare alla donna che sei puoi saperlo solo tu….
Dietro a una grande donna c’è un’ombra di passato.
A mezzogiorno, quando il sole è più alto, scompare. C’è l’adolescenza con tutto il repertorio di inadeguatezza, di pieni e di vuoti. L’adolescenza da grande te la ricordi come un luna park chiassoso, ma quando ci passi attraverso vedi solo gli specchi deformanti: troppo grassa, troppo corta, troppo lunga, troppo piatta, troppo spessa.
C’è pure il calcinculo con quello che ti prende e ti lancia, ti fa volare, ma è un circolo vizioso. E la casa degli orrori, così simile a casa, così familiare. Il cibo non nutre e anche il divertimento fa paura.
Dietro a una grande donna ci sono gli ex, ex fidanzati, gli ex amici, gli ex lavori. “ex” ha quella x che è sembra una croce dove una volta c’era un tesoro. Ma “ex” in latino vuol dire anche “da”, come “uscire da”, “venire da” e a pensarci bene, gli ex sono anche radici, da lì si viene, da lì si riparte.
Dietro a una grande donna ci sono inverni infiniti. Gli anni si contano in primavere, ma la maturità si misura in inverni. E si impara dagli alberi, che sono matti gli alberi a spogliarsi quando fa freddo, e invece no, abbandonano il superfluo, si fanno oggetti e aspettano.
E si impara dai ricci che si chiudono e le spine vanno fuori, non dentro. Si impara che la letargia non è l’allergia all’inverno, si impara il letargo, come pausa piena di vita e di malinconia.
Dietro a una grande donna ce n’è una uguale e più piccola, maligna, parla e pugnala, là dove fa male. Se la ignori scompare. Dietro a una grande donna ce n’è un’altra uguale e arrabbiata che abbaia, morde e se la fai incazzare ti piscia pure sul tappeto. Se la accarezzi smette.
Dietro a una grande donna non c’è lato b o fattore c. Una grande donna di solito sa dire culo senza problemi e soprattutto sa riconoscere quando l’ha avuto e quando se l’è fatto. Dietro a una grande donna non ci sono briciole per ritrovare la strada. La questione non è come tornare, ma se sia il caso di tornare.
Dietro a una grande donna c’è un futuro che non fa paura e “domani è un altro giorno” non è una minaccia. Intorno a una grande donna c’è un girotondo di persone, di progetti e tutto si tiene alla faccia delle leggi della fisica e della ragione.
A fianco di una grande donna, qualche volta c’è un uomo. Lei lo guarda: “che bello averti conosciuto”, lui sorride: “bello aver voglia di conoscerti ogni giorno un po’ di più”. Dietro una grande donna ci sono le incomprensioni, i tradimenti, i colpi dati, quelli ricevuti, quelli schivati.
Ci sono i “mai più” e i “mai dire mai”, c’è la voglia di dare un senso all’insensato e di capire anche quando non c’è niente da capire. Dietro a una grande donna c’è una donna che accetta di diventare grande. Con tutto il carico di dolore, di sofferenza e di bellezza. Sulle spalle.