La paura di non trovare un partner è patologica, ma puoi risolverla.

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© Annie Spratt 

Chi non ha mai desiderato trovare il proprio amore perfetto, la persona con cui condividere una vita intera senza mai trovarsi in disaccordo su nulla?! E, di contro, quante volte ci siamo scontrate con la dura realtà del fatto che sia, in realtà, veramente molto difficile trovarla?

Ecco, magari a forza di pesci in faccia abbiamo iniziato a pensare che l’amore vero non esista e che, probabilmente, non troveremo mai la persona giusta, perché in realtà non esiste affatto. Occhio, però, perché la paura di non trovare la propria dolce metà potrebbe diventare patologica, causando una serie di conseguenze emotive e relazionali che a lungo andare diventano sempre più difficili da superare.

Anuptafobia: la paura di rimanere single

Magari non l’avresti mai detto, ma la pura di rimanere single per sempre ha anche un nome: anuptafobia. In modo ironico viene anche definita “sindrome di Bridget Jones” e colpisce molte più persone di quante si possa immaginare, soprattutto tra gli over 35. È comune, infatti, arrivare a questa età e tirare un pochino le somme della nostra vita, anche e soprattutto a causa del fatto che la maggior parte dei propri coetanei ha già una relazione stabile, magari un matrimonio in vista ed anche dei figli.

Chi la prova si sente solo, in qualsiasi situazione, nonostante magari il resto della sua vita proceda perfettamente, con tanti amici, dei parenti amorevoli ed una carriera avviata e florida. Inoltre, va sottolineato che per le donne è più marcata, anche per via della costante pressione che l’orologio biologico impone a chiunque voglia avere figli. È tipica dei soggetti con bassa autostima e ancor più bassa fiducia in se stessi.

Attivi vs passivi

Chi soffre di anuptafobia può farlo in due modi diversi: attivo o passivo. Nel primo caso si tratta di persone che hanno paura di rimanere single, se ne lamentano e fanno tutto il possibile per superarla, inseguendo sempre un amore nuovo, il più delle volte sbagliato.

Un comportamento passivo, invece, si ha quando non si fa assolutamente nulla per uscire dalla condizione di single, limitandosi a lamentarsi e constatare il fatto che non trovino l’amore.

Nel primo caso, di finisce per snaturare occasionalmente la propria personalità, pur di conformarsi al nuovo partner per soddisfare le sue aspettative e spingerlo ad amarci. Nel secondo caso, invece, si finisce quasi sempre per provare depressione, ansia, senso di solitudine e completa mancanza di fiducia in se stessi.

Si può superare l’anuptefobia?

Ti starai quindi chiedendo se sia possibile superarla, o quanto meno affrontarla. Mettiamo subito in chiaro che, ovviamente, si può superare, ma che non è affatto semplice. Per riuscirsi bisogna lavorare moltissimo su se stessi, e magari potrebbe anche essere opportuno valutare l’aiuto di un esperto.

Nel proprio piccolo, però, è sicuramente importante cercare di scendere a patti con il fatto che la solitudine non è male. Essere single non è un limite e non è un problema. Può essere, anzi, un’ottima occasione per scoprire un maggiore contatto con se stessi, organizzando il proprio tempo libero come meglio crediamo, senza dover sottostare ai piani di nessuno o dover rendere conto a nessuno di quello che facciamo e del perché lo facciamo.

Vai oltre gli schemi mentali

Uno dei più grossi problemi della società moderna è che ci impone degli schemi, ci costringe a ragionare rispetto a ciò che gli altri pensano che dovremmo fare, spingendoci a conformarci e a seguire esempi più “virtuosi” di noi. Ma tieni sempre a mente che la tua vita è il tuo viaggio, sei tu a decidere cosa fare, quando e come. Se vuoi un figlio a 40 anni, oppure a 30 non ti senti ancora pronta ad averlo, allora non è necessario farlo.

L’amore arriva quando arriva, non possiamo obbligarlo, né costringerlo. Bastare a se stesse è fondamentale, oltre che appagante. Correre nelle tappe della vita potrebbe, invece, portarti a rinnegare e detestare tutto ciò che hai fatto, solo perché non era veramente ciò che volevi fare, spingendoti a scappare e ricominciare tutto da zero, da qualche altre parte.