L’invidia è veramente un’emozione negativa? No, può insegnarti qualcosa di importante.

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© negar nikkhah 

L’invidia, come tutte le emozioni negative, ci può servire per capire alcune cose importanti sulla nostra vita. Non è un’emozione da condannare a mani basse e non dobbiamo sentirci in difetto a provarla, ma è importante capire a cosa serve per esprimerla nel migliore dei modi.

A cosa servono le emozioni negative?

Le emozioni sono suscitate da determinate situazioni che viviamo ed affrontiamo. In alcuni casi (come la paura), ci aiutano ad identificare un pericolo per farci reagire nel migliore dei modi alla situazione che ci si presenta davanti. Altre, invece, ci aiutano a capire alcuni aspetti della nostra personalità che non dovremmo sottovalutare.

Nel caso dell’invidia, è un campanello d’allarme importante perché ci suggerisce che desideriamo ardentemente qualcosa che un’altra persona ha e noi no. Tendiamo ad esprimerla con rabbia, oppure a reprimerla. Ma dovremmo imparare ad identificarla e a capire le ragioni per cui la stiamo provando.

Invidia: come affrontarla

Quando proviamo invidia, insomma, il nostro cervello ci sta velatamente dicendo che abbiamo una qualche mancanza alla quale vorremmo sopperire. Invece che esprimerla con gelosia, magari commentando in modo negativo le scelte altrui, parlando alle spalle o giudicandoli con lo sguardo, proviamo a riflettere.

Ci renderemo conto che proviamo invidia perché, nella maggior parte dei casi, qualcuno ha ottenuto qualcosa che vorremmo anche noi, ma che non stiamo ricevendo. E perché non lo stiamo raggiungendo? È forse colpa dell’altra persona, che invece l’ha ottenuta? Certo che no, e nessuno lo pensa veramente, è più che altro una giustificazione.

Se siamo invidiosi, è perché non ci stiamo impegnando abbastanza per ottenere quella determinata cosa. Siamo noi a metterci nella condizione di non raggiungerla, sminuendo gli sforzi che gli altri hanno fatto e giustificando noi stessi per i nostri insuccessi, dando la colpa a qualcos’altro (o qualcun altro). Ma la realtà è che sappiamo che siamo noi i colpevoli, ma è più facile arrabbiarsi con gli altri, o offendersi, piuttosto ché affrontare la realtà scomoda nella quale ci siamo intrappolati da soli.

Non è il nostro collega che ha avuto una botta di fortuna ad ottenere quella posizione che desideravi, ma sei tu che non ti sei sforzata abbastanza per raggiungerla. Non è colpa del tuo amico se la vostra amicizia si è affievolita e lui si è affezionato ad un’altra persona, ma è colpa tua che non hai dato abbastanza per quel rapporto. Non è colpa del tuo amico e della sua fidanzata se stanno per sposarsi, mentre tu passi tutte le tue giornate a litigare con il partner, ma è colpa tua che sei intrappolata in una situazione complicata con il tuo partner.