
Mi pento non avergli detto che non lo amavo più. Questa è la storia di come ho illuso un ragazzo per due anni e mezzo perché avevo troppa paura di dirgli che non lo amavo più. Quando ho incontrato per la prima volta “Lucas”, come lo chiamavamo, a scuola. Abbiamo iniziato a flirtare, ci divertivamo a parlare e a messaggiare tra di noi, e ho notato che c’è stata un’attrazione istantanea tra di noi. In meno di sei mesi, abbiamo iniziato una relazione.
Il primo anno è stato perfetto, davvero. Mi trattava benissimo, mi viziava, mi portava fuori a cena come ogni bravo ragazzo dovrebbe fare, mi comprava i fiori, cioccolatini e regali e si ricordava tutte le date più importanti. Era dolce e innocente ed ero semplicemente felice di vivere il momento.
Ma il secondo anno, la prima volta che mi ha chiesto un bacio o di fare sesso, è stato il momento in cui ho sentito come un pugno allo stomaco: non volevo, perché non riuscivo ad immaginare un futuro con lui. Lui era un bravo ragazzo, un un partner perfetto, ma mi sono resa conto che non c’era più niente oltre che l’attrazione iniziale che abbiamo avuto, e pochi interessi in comune, che rendevano abbastanza interessanti le nostre conversazioni all’inizio ma poi in seguito non sapevamo più cosa dirci una volta finiti gli argomenti. Io apprezzo l’umorismo all’interno di una relazione, ma lui ero più un tipo dolce ma serio. Io gli volevo bene come ad un amico, come ad un fratellino, ma non lo amavo veramente.
Il mio primo pensiero è stato: Oh Dio. Cosa faccio adesso? Attenzione, era la mia prima relazione, ed io ero completamente persa. Non ero sicura se questa fosse una cosa normale, o se avessi dovuto dirgli come mi sentivo, se gli avessi dovuto semplicemente dargli un po’ più di tempo e aspettare per vedere se lo cose si sarebbero sisemate. Comunque poi gli ho detto che stavamo insieme solo da un anno e che quindi non ero ancora pronta. Lui allora ha fatto un passo indietro come un vero gentiluomo avrebbe fatto e abbiamo continuato la nostra relazione.
Ma il danno ormai era fatto, e penso che quello sia stato il punto in cui ho cominciato a vacillare. Il tempo passava, ho cercato davvero di provare qualche emozione, per mantenere quella scintilla che avevamo all’inizio, ma ormai si era spenta. Avevo ancora troppa paura di ferire i suoi sentimenti dicendogli che non lo amavo più. Lui non è stato altro che carino con me, e non riuscivo a convincermi a farlo.
L’ho lasciato una settimana prima del nostro terzo San Valentino insieme. Ho capito che non volevo e non potevo più guardarlo negli occhi il giorno più sacro dell’amore e dirgli una bugia bella e buona. E lui ha sofferto così tanto. Dio se stava male! Era amareggiato, e disperato, e mi ha chiesto ripetutamente perché non poteva essere abbastanza per me. Mi ha spezzato il cuore vederlo in quel modo, ma non penso che potrebbe essere paragonabile a come avevo appena distrutto il suo. Ma non ci sono state lacrime, sarebbero arrivate più tardi, in quel momento invece, tutto ciò che ho sentito è stato un sollievo travolgente. Il senso di colpa di averlo illuso per così tanto tempo solo perché non trovavo il coraggio di dirgli la verità era come un peso sollevato dalle mie spalle, e per un po’ non potei fare altro che respirare e meravigliarmi di come non ci fosse più un qualcosa che mi schiacciava il petto ogni volta che lo guardavo.
Il morale della storia è che, prima di iniziare una relazione seria con qualcuno, chiedi a te stessa se riesci a vedere un futuro insieme con lui. Non andare troppo in profondità prima di saperlo perché causerai solo del dolore non necessario. Mi pento per aver spezzato il suo cuore in questo modo più di quanto ne sia consapevole.